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Musica
25 Febbraio 2010

La musica è innata nel cervello

Dopo solo due giorni di vita i neonati sono in grado di riconoscere le note e persino di accorgerci delle stonature

La musica è già scritta nel cervello umano al momento della nascita. A dimostrarlo è stata una ricerca italiana pubblicata dalla rivista Pnas.
Il team di ricercatori guidato da Daniela Perani dell'università Vita-Salute del San Raffaele di Milano ha monitorato diciotto bambini di due giorni di vita mentre ascoltavano musica, sottoponendoli a una risonanza magnetica funzionale, una tecnica che permette di vedere il cervello al lavoro.
In questo modo hanno evidenziato risposte allo stimolo musicale come quelle degli adulti, cioè attivazioni di specifiche regioni dell'emisfero di destra. In più, hanno potuto notare che la reazione a una musica "sbagliata", in cui erano state introdotte delle dissonanze era diversa da quella vista con l'ascolto di melodie giuste. "Questo - concludono gli autori - dimostra che sin dai primi giorni di vita esiste nel nostro cervello una specializzazione musicale, capace di riconoscere la musica e le sue distorsioni". Ma la musica ha effetti già nella vita intrauterina.
Secondo alcuni studi, infatti, il feto è in grado di percepire i suoni già dopo 6 mesi di gravidanza e potrebbe persino essere in grado di ricordare le esperienze musicali vissute nell’utero. Il piccolo nel pancione reagisce alla melodia in termini di risveglio, aumentando la frequenza cardiaca e il ritmo della respirazione, mentre l’effetto benefico nei confronti della futura mamma consiste in una generale sensazione di benessere collegata alla produzione di endorfine e al rilassamento muscolare.