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29 Marzo 2010

Giappone: il Cellulare spia i Dipendenti

Tecnologia capace di tracciare i movimenti e le attività di chi fa uso di un telefono cellulare apposito, chiamato “Bond

In barba alla privacy, in barba ai normali principi di reciproca fiducia tra datore di lavoro e lavoratore, nasce una forma di progresso (se tale può essere definita) che porta al controllo totale del dipendente, esercitato tramite il cellulare aziendale. Ne da’ notizia la BBC, ed è subito polemica. Gli ideatori però si difendono mostrando i lati positivi di tale evoluzione tecnologica.

 

Questo caso dimostra quanto sia vero che ogni cosa, e non solo la tecnologia, assume il valore che le si intende conferire, che spesso dipende anche dal tessuto sociale in cui si vive. La KDDI Coproration, colosso delle telecomunicazioni con sede a Tokyo e che da’ lavoro a 17mila persone nel mondo, ha messo a punto una tecnologia capace di tracciare i movimenti e le attività di chi fa uso di un telefono cellulare apposito, chiamato “Bond”, comunicando i dati direttamente al capo ufficio che potrà controllare, in ogni momento, se i propri sottoposti (soprattutto quelli che operano fuori sede) stanno dedicando tempo al lavoro o ad altre attività.

Come è ovvio che sia divampa la polemica, c’è chi si chiede se questa non sia una opportunità fuorviante e lesiva di diverse leggi, se grazie a questo tipo di controllo non vengano meno valori fondamentali. A tale proposito si è espresso, Philip Sugai, padre putativo di questo filone di applicazioni mobili, direttore del laboratorio “Mobile Consumer” della International University of Japan. Dal suo punto di vista le intenzioni erano ben altre, e di ben più nobile scopo “abbiamo voluto queste applicazioni per la consultazione medica a distanza o altre situazioni in cui l’accesso ai movimenti di una persona può essere vitale e non di certo per tracciare le attività di chicchessia, questo è il lato negativo che ogni tecnologia si porta appresso”.

Gli fa eco Hiroyuki Yokoyama, della KDDI “viviamo in una società altamente tecnologica e il potere monitorare l’attività dei propri dipendenti aiuta ad aumentare l’efficienza dei lavoratori e siamo allo stadio in cui possiamo fornire ai manager tutti gli strumenti necessari per analizzare il comportamento dei loro sottoposti”. Imbeccato dalla BBC ammette che quello della privacy e comunque un tema scottante e viene demandato agli uffici legali dei datori di lavoro trovare un modo per aggirare l’ostacolo, tipicamente un documento che gli impiegati dovranno firmare e grazie al quale vengono messi a conoscenza di questo tipo di controllo remoto delle attività. Kazuo Hizumi, avvocato per la difesa dei diritti umani, ha replicato sempre ai microfoni della BBC inquadrando come “irresponsabile” una simile condotta da parte delle aziende.