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4 Luglio 2018

Goletta verde, sette punti critici nel mare sardo

Goletta verde, sette punti critici nel mare della Sardegna Presentati ad Olbia i risultati della salute del nostro mare

Su ventinove punti monitorati, cinque sono risultati con cariche batteriche molto elevate, due con cariche batteriche elevate. E sono in particolare i fiumi a continuare a riversare in mare scarichi non depurati, che rischiano di compromettere la qualità del mare in quei precisi tratti di costa, con conseguenze non soltanto per l’ecosistema marino ma anche per la stessa salute dei bagnanti. È questo il bilancio del lavoro svolto lungo le coste sarde dall'équipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al sostegno di CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e dei partner Novamonte Ricrea(Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio). L'istantanea regionale sulle acque costiere è stata presentata stamane nel corso di una conferenza stampa a Olbia, alla quale hanno partecipato Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente, Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna e Marta Battagliadirettrice regionale di Legambiente. 

“Anche quest’anno la Goletta Verde naviga lungo tutta la costa italiana per la tutela del mare e degli ecosistemi marini e costieri – ha commentato nel corso della conferenza stampa Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente – promuovendo le eccellenze e l'immenso patrimonio naturalistico, e denunciando azioni, interventi e fenomeni che ne minacciano lo stato di salute, dalla presenza delle plastiche e dei rifiuti in mare e lungo le spiagge, al cemento”. 

“Proprio questo è l'obiettivo del nostro monitoraggio scientifico, che si concentra sui punti maggiormente critici della costa, andando ad individuare la presenza di scarichi fognari che arrivano in mare – ha evidenziato Zampetti – ancora oggi infatti, nonostante siano passati 37 anni dall'approvazione della direttiva europea sulla depurazione, soprattutto attraverso fiumi, fossi o canali, riscontriamo la presenza di inquinamento da mancata depurazione o per la presenza di scarichi abusivi che minacciano la salute del mare e a volte ne compromette anche la fruizione da parte dei bagnanti stessi. La segnalazione di queste situazioni e la richiesta alle autorità competenti di intervenire per risolverle sono gli obiettivi principali del nostro monitoraggio”.

Un'attenzione particolare la meritano gli scarichi illegali o i depuratori ancora non conformi, spesso alla base dell'inquinamento registrato dai nostri tecnici, su cui occorre intervenire quanto prima per rimuovere le cause dell’inquinamento.

“Anche in Sardegna quest'anno abbiamo maggiormente concentrato il monitoraggio sulle foci di fiumi e dei fossi che arrivano a mare – ha dichiarato Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – riteniamo infatti importante andare ad individuare le situazioni maggiormente critiche lungo la costa regionale e quelle che mettono a rischio la salute del mare e della costa circostante”. 

“I risultati del nostro monitoraggio – ha continuato – ci confermano che alla radice del controllo degli scarichi ci sono i corsi d'acqua che partono dalle aree interne e sfociano a mare. Infatti, anche nella nostra regione, il mare è ricettore di scarichi, per questo l'attenzione di Legambiente è sempre più alta verso queste fonti di inquinamento. Importante segnalare, infine, che spesso le foci dei fiumi attraversano anche la spiaggia, e chi va a fare il bagno non è sempre consapevole della non balneabilità delle foci, anche perché abbiamo riscontrato delle gravi carenze nella cartellonistica informativa”.

In nessuno dei 29 punti monitorati, infatti, è stata riscontrata dai tecnici la presenza della cartellonistica informativa sulle condizioni del mare, i rischi da inquinamento, lo stato di qualità delle acque, obbligatoria per legge da anni e a carico dei Comuni costieri. I cittadini e i bagnanti purtroppo continuano a navigare in un mare di disinformazione anche in Sardegna.

Nella classifica delle illegalità compiute nel 2017 ai danni del mare, contenuta nel dossier Mare Monstrum, basato sul lavoro delle Forze dell'ordine e delle Capitanerie di Porto, e presentato da Legambiente alla partenza nazionale della Goletta Verde da Legambiente, la Sardegna è la migliore regione in Italia, con un tasso di 0,6 infrazioni per chilometro, con numeri in media con la classifica generale per quanto riguarda le illegalità nel ciclo dei rifiuti e del cemento, la pesca di frodo e le violazioni al codice della navigazione. Come numeri assoluti la Regione occupa invece l'ottavo posto(su quindici regioni) con 1070 infrazioni accertate (il 6,3% del totale nel Paese), 1403 persone arrestate e denunciate e 175 sequestri effettuati.La regione, invece, si piazza al quinto posto nella graduatoria dei prodotti ittici sequestrati. In generale, Mare Monstrum ci consegna una situazione mediamente positiva, considerando l'importanza che ricopre il turismo in regione.

In cinque punti di campionamento, secondo Goletta verde, "il mare è inquinato": si tratta delle foci di Alghero, nel lido urbano di San Giovanni, del fiume Silis a Platamona, Sorso, del rio Cuggiani a San Pietro a mare, Valledoria, di Santa Margherita, Pula, e del rio Foxi, Quartu Sant'Elena. Criticità anche a Pittolungu, Olbia, e nella foce del rio Mannu a Portixeddu, Fluminimaggiore.

http://www.legambiente.it/golettaverde