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17 Ottobre 2019

L'Halloween sardo

Anche in Sardegna e non solo in America sono forti le tradizioni per la ricorrenza di Ognissanti

Come il mondo anche la Sardegna non è impreparata per la festa di Halloween, addirittura le tradizioni nostrane sono così forti da vantare antichi riti. Infatti, in alcuni paesi della Barbagia la tradizione di chiedere doni alla vigilia di Ognissanti è radicata fin dai tempi dei nuraghi. La celebrazione in Sardegna prende il nome di “Is Animeddas” nelle zone meridionali o “Su Mortu Mortu” in quelle settentrionali, ma le denominazioni cambiano da paese a paese. A Seui, capoluogo della Barbagia di Seulo sino al primo novembre si ripete la Sagra de “Su Prugadoriu”, ovvero la tradizionale questua rituale dei bambini proprio come in Mexico per “el dia de los muertos”, i più piccoli vanno in giro vestiti da fantasmi richiedendo doni, le famiglie offrono ''po is animas'', per il suffragio dei parenti, soprattutto dolci fatti in casa della tradizione sarda come le pabassinas, e ossa di morto, frutta secca, noci, nocciole, castagne, fichi secchi, melograni. Nel Medio Campidano viene anche chiamato " Is doppiadoris" : per 2 giorni consecutivi, dal 31 ottobre al 2 novembre, vengo suonate le campane “a doppiu”, cioè con rintocchi “a morto” da anziani del paese che restano sul campanile ininterrottamente, mentre i bambini bussano di casa in casa a chiedere e a ricevere doni. In altre zone dell'isola, in particolare nel Sarrabus Gerrei, ai bambini tradizionalmente vengono regalati dei piccoli pani che a forma di coroncine. Un’altra usanza tipica per la notte del 31 ottobre è quella di preparare una cena completa e tenere il tavolo apparecchiato tutta la notte, predisposto per le anime di quella famiglia, affinché possano ancora godere di beni terreni. Alcuni accendono ancora un lumicino ad olio che brucia tutta la notte della vigilia di Ognissanti, per dare la possibilità alle anime in visita alla dimora di rifocillarsi seduti e comodi.

 

@Margherita Pusceddu