Attore, doppiatore, regista, cantante. Avanspettacolo, radio, televisione, ma soprattutto cinema con oltre 200 titoli, Oggi Alberto Sordi avrebbe compiuto 100 anni.
I personaggi, l’attore e soprattutto l’uomo raccontati nel libro Alberto Sordi segreto (Rubbettino), scritto da Igor Righetti, giornalista, docente universitario, conduttore radiotelevisivo, direttore responsabile di molti giornali e autore di pubblicazioni ma, soprattutto, parente diretto di Alberto Sordi da parte di Maria Righetti, l’adorata madre. In allegato un cd con la canzone Alberto nostro, una stornellata romana dal ritornello molto orecchiabile che nel testo e nella scelta musicale rende omaggio al grande attore, scritta e interpretata da Righetti insieme al cantautore toscano Samuele Socci.
Testimonianze di parenti veri, amici veri, donne che hanno fatto parte della sua vita e alcune interviste ci restituiscono un ritratto vero dell’uomo Alberto Sordi, riscattandolo da chiacchiere e irriverenti maldicenze che circolano su di lui. Nelle pagine che rivelano queste dicerie, i commenti dell’autore mostrano un affettuoso e doveroso intento di esatta ricostruzione storica, al di fuori di curiosità pruriginose e sensazionalistiche.
E così scopriamo che era tradizionalista, amante di piatti tipici della nostra cucina e del Campari soda (come ricorda Pippo Baudo in uno dei simpatici aneddoti di cui è cosparso il libro), cattolico e religiosissimo.
Alberto Sordi non era affatto avaro, anzi, molto generoso con i bisognosi, attraverso le Fondazioni, le donazioni e gli aiuti elargiti con discrezione ed eleganza. Pur nell’abbondanza, bellezza, lusso e arte di cui si circondava, era parsimonioso e rispettoso del denaro, non avendo dimenticato la fatica anche economica degli inizi.
Sempre molto riservato riguardo la sua vita sentimentale, garbatamente ha corteggiato e tanto è stato corteggiato. Delle donne aveva grandissima considerazione e con loro ha avuto sia storie d’amore che avventure, pur negando a tutte l’accesso alla villa. Non si è sposato per non distrarsi dalla sua missione, scelta che ha rappresentato probabilmente un rimpianto nella fase finale della sua vita. Albertone era legatissimo alla sua famiglia alle sorelle e al fratello che vivevano con lui e che per lui lavoravano.
A questo proposito, molto toccante la trascrizione di un video ritrovato dal giornalista Enzo Coletta e pubblicato su Youtube, in cui Alberto Sordi, pochi mesi prima della morte, al chiuso del suo studio, affaticato dalla malattia dignitosamente taciuta, in occasione di una cerimonia cui non aveva potuto presenziare si rivolge al suo adorato pubblico, dispiaciuto di non poterlo incontrare e speranzoso di tornare a farlo successivamente, cosa che purtroppo non si realizzò.
Durante quei dieci minuti in cui parla visibilmente affaticato, critica per due volte l’imitazione fatta da Max Tortora (che non nomina) probabilmente ritenuta, superstizioso com’era, foriera di sfortuna. E forse se fosse stato meno scaramantico avrebbe fatto testamento, e se lo avesse fatto forse sarebbe riuscito a coronare anche il sogno di destinare la sua villa ad orfanotrofio.
Righetti tocca anche tasti dolorosi come le sorti del suo patrimonio, di quella splendida dimora affacciata sulle Terme di Caracalla che aveva tenuto lontano da occhi indiscreti per tutta la vita, rifugio per il suo privato di cui era gelosissimo, esposta invece poi a cambiamenti che probabilmente mai avrebbe autorizzato.