Ha analizzato e sviscerato i più efferati crimini, indagato sui cold case nazionali cercandone motivazioni e trame oscure, ha lavorato per la magistratura inquirente, scrutando nell’intimo dei criminali e degli assassini e ha cercato di spiegare i più grandi delitti del Paese al pubblico televisivo e a quello dei suoi libri.
Un caso su tutti lo rese famoso, con la sua voce roca, al grande pubblico italiano: il giallo del Mostro di Firenze e gli omicidi collegati con l’esoterismo e il finale sacrificale delle vittime.
Un ictus ha stroncato ieri Francesco Bruno, 74 anni, nella sua casa di Celico (Cosenza) dov’era nato il 10 maggio del 1948 e dove viveva con la famiglia. Medico e criminologo di fama internazionale, Bruno si era laureato in medicina alla Sapienza di Roma nel 1967.
Iniziò poi la sua carriera nella pubblica amministrazione dopo aver svolto il servizio di leva come sottotenente medico nel Reggimento Carabinieri a cavallo. Frequentando ambienti istituzionali e di ricerca fece rapidamente carriera grazie ai suoi studi di criminologia.
Nei primi anni '80, su impulso dell’allora capo del Sisde Vincenzo Parisi, pubblicò il primo studio universitario che collegava gli omicidi commissionati al "Mostro di Firenze" con l'esoterismo e il movente sacrificale.
Ipotizzava che il mostro fosse ancora vivo: "È probabile che il Mostro da bambino abbia subito un trauma, forse alla madre sono stati asportati utero e seno a causa di un tumore".
Docente di criminologia alla "Sapienza" di Roma e all'Unical, ha legato il suo nome ai più importanti casi di cronaca nera degli ultimi decenni, dal mostro di Firenze al terrorismo.
Studiò anche la vicenda dell'unico serial killer della Calabria Francesco Passalacqua, accusato di tre omicidi e poi condannato all'ergastolo.
Si occupò anche di terrorismo, in stretta sintonia con la magistratura inquirente e con i vertici delle forze dell’ordine.
(Francesco Bruno in una delle sue numerose apparizioni a Porta a Porta)
Dal 1979 al 1987 Bruno fu un funzionario, e poi direttore di sezione, alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel 1987 divenne professore di Criminologia e medicina forense alla Sapienza, negli anni ’90 collaborò nuovamente con vari ministeri contro la criminalità mafiosa e la lotta alla droga.
È stato, inoltre, in vari programmi televisivi dedicati a serial killer, tra cui Delitti (LA7), Maurizio Costanzo Show (Canale 5) ma sopratutto fu un ospite fisso per un decennio di Bruno Vespa a Porta a Porta occupandosi di gialli e crimini che hanno segnato la storia italiana come il delitto di Cogne. Dal 2010 si occupò anche del caso di Rina Pennetti, giovane donna di 33 anni scomparsa a Spezzano della Sila.
Francesco Bruno fu anche direttore scientifico del master in Scienze forensi dell’Università La Sapienza di Roma e consulente privato di Edi Ciesco che ha lavorato negli ultimi anni nei casi più controversi e difficili come l’omicidio di Natalia Gonzales Fernandez, la cameriera colombiana dipendente del centro commerciale Le Torri d’Europa, uccisa il 22 aprile 2009 a Sincelejo o quello di Ramon Polentarutti, scomparso il 14 aprile 2011: i suoi resti sono quelli rinvenuti nel novembre scorso nelle griglie delle vasche di raffreddamento della centrale A2A. Bruno lascia la sua compagna Simonetta Costanzo, docente universitaria all’Unical e il figlio Alfredo.
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