La deputata Michela Vittoria Brambilla è la prima firmataria della proposta di legge sul maltrattamento e abbandono di animali, dichiara: “Il reato di abbandono diventa maltrattamento e chi usa violenza contro un animale o lo uccide verrà punito severamente”.
Michela Brambilla ha adottato 14 trovatelli. Rita dalla Chiesa trascorre le notti accanto alla cuccia del suo ex randagio, ormai 19enne, pregando che respiri ancora. Walter Rizzetto ha perduto il suo cane in una Regione diversa da quella in cui era stato registrato e chippato, ha rischiato di non ritrovarlo perché le anagrafi canine italiane non sono in rete. Queste alcune storie che coinvolgono i mebri della camera.
Si punta ad un obbiettivo di “grade civiltà”. La proposta di legge si prevede che abbia tempi veloci: “Inaspriremo le pene per chi abusa e uccide. Il reato di abbandono diventa maltrattamento e chi usa violenza contro un animale o lo uccide verrà punito severamente. C’è un ampio consenso, manifestato già in campagna elettorale.”
La base di partenza è la riforma della Costituzione, eredità della scorsa legislatura. Gli animali vi hanno fatto ingresso per la prima volta come esseri che lo Stato deve difendere. La svolta è quella di considerare i delitti non più perpetrati “contro il sentimento per gli animali” ma “contro gli animali”. Al centro non c’è l’uomo, i cui sentimenti possono essere offesi. L’interesse primario del legislatore sono direttamente loro, gli esseri dotati di pelo, baffi o piume.
Vengono attribuite al reato di abbandono le stesse pene del maltrattamento. Sono puniti con durezza gli organizzatori di combattimenti fra cani. Introdotte nel codice penale anche le norme contro esche e bocconi avvelenati. “Troppe storie crudeli e responsabili impuniti. Chi commette queste orribili azioni sa che può farla franca”.
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