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16 Aprile 2023

Allarme per i bimbi: 300 foto l'anno online

Ogni anno compaiono online 300 foto di bimbi, scatta l’allarme dei pediatri: rischio sicurezza, riservatezza e pedopornografia

Si chiama sharenting. Ed è la pratica dei genitori che condividono contenuti sui propri figli su piattaforme Internet. Un’abitudine per molti, foto a parte, spesso si aggiungono il nome, la sua età e il luogo in cui vive il pupo. 

Ma scatta l’allarme da parte della Società italiana di pediatria: per ogni bimbo tutti gli anni siano circa 300 le immagini postate online. Mille le foto online prima dei cinque anni. 

I dati. Le prime tre destinazioni sono Facebook (54%), Instagram (16%) e Twitter (12%). E spesso i genitori ignorano o sottovalutano i rischi: tutela dell'immagine del minore, riservatezza dei dati personali, fino alla sicurezza digitali, tra i pericoli, anche l'esposizione alla pedopornografia.

In Francia è in discussione in Parlamento una proposta di legge per limitare la condivisione di foto dei Figli online, in Italia a invece la Garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garatti ha sollecitato per il fenomeno la possibilità di applicare le disposizioni in materia di ciberbullismo (che permettono ai minori di chiedere direttamente la rimozione dei contenuti). 

In media, evidenzia il lavoro, l'81% dei bambini che vivono nei Paesi occidentali ha una presenza online prima di aver compiuto due anni, percentuale che negli Usa è pari al 92%, mentre in Europa si attesta al 73%. Entro poche settimane dalla nascita, il 33% dei bambini ha sue foto e informazioni pubblicate online. 

Ecco i cinque consigli a garanzia della sicurezza: non bisogna sottovalutarne i potenziali pericoli quando si condividono immagini e informazioni sul proprio bambino. Condividere immagini, video e qualsiasi contenuto che abbia come protagonisti i bambini significa costruire il "dossier digitale" di un minore senza il suo consenso. Meglio tenere l’anonimato per prevenire furti di identità. Non condividere immagini dei figli in qualsiasi stato di nudità; attivare notifiche che avvisino i genitori quando il nome dei figli appare nei motori di ricerca; rispettare il consenso e il diritto alla Privacy dei minorenni.

 

@Monica Magro