Dopo i gravissimi fatti che hanno colpito la famiglia Cecchettin e l’Italia intera negli ultimi giorni, arrivano le accuse scandalose del consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi, ad Elena, la sorella di Giulia Checchettin, giovanissima vittima di femminicidio.
Le accuse di Valdegamberi, per Elena, sono di aver creato un personaggio, e di mandare un “messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita". Parole già gravissime che proseguono con accuse di satanismo per la ragazza – pare dedotte dai contenuti postati nel suo profilo Instagram e la stampa della sua felpa – che continuano poi con l’insinuazione di dubbi sul caso: "Hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i magistrati valutino attentamente” ha scritto Valdegamberi sui social.
Considerazioni preoccupanti se si considera la delicata posizione di Checchettin, la sua giovane età e la carica politica ricoperta dal consigliere. Il tutto, solo per la rabbia che Elena, una ragazza che ha appena perso la sorella per femminicidio, si è sentita di esprimere.
Nel suo discorso pubblico e sui social, la giovane ha accusato lo Stato di non proteggere le donne vittime di violenze e ha invitato gli uomini a prendersi le proprie responsabilità in materia di disparità di genere. Per Giulia è poi stato chiesto di non fare silenzio, ma tanto rumore, e non permettere che la sua come tante altre storie passino in secondo piano.
Discorso che tantissime persone hanno appoggiato, contrariamente alla pioggia di critiche e minacce sui social ricevute dal consigliere.
Nei suoi confronti, il Pd e le opposizioni venete si sono dissociate chiedendone le dimissioni. Così anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha espresso una pesante critica nei suoi confronti: "Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente - ha dichiarato - penso che sia il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l'intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico".
Nonostante questi, intermezzi, le indagini proseguono. Turetta è ancora in Germania e pare che i tempi per l’estradizione potrebbero essere più lunghi del previsto, a causa della burocrazia internazionale che complica le cose.
Turetta è stato definito “imprevedibile” e condannato duramente: “Con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo" si legge nell'ordinanza del gip.
Il capo d'imputazione, dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, è stato infatti riformulato a omicidio volontario, e la misura cautelare per la quale Turetta si è presentato in udienza in Germania dovrà essere ri-notificata. ed è su questo mandato per omicidio volontario che il giovane dovrà esprimere l'accettazione all'estradizione.
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