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27 Novembre 2023

Il messaggio di Gino Cecchettin contro la violenza di genere

Su Facebook il messaggio del papà di Giulia Cecchettin: “L’unica mano alzata su una donna deve essere quella per invitarla a ballare”

Questo 25 novembre è stato diverso: certamente un momento per ricordare le vittime di violenza di genere, ma soprattutto una giornata di speranza che ha dato energia a tantissime donne e uomini per continuare a lottare contro questa ingiustizia.

Non c’è stata piazza, in cui non si è preso un momento per ricordare Giulia Cecchettin e soprattutto le parole della sorella Elena e del padre Gino. L’uomo è settimane che non smette di mandare messaggi positivi nei suoi social rivolgendosi a tante donne, specialmente alle ragazze giovani come la sua Giulia, per evitare che qualcun'altra subisca la sua stessa sorte.

 

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L’uomo aveva detto che Elena, avrebbe fatto di questa vicenda la battaglia della sua vita, dopo che la giovane aveva parlato in diretta a tutta la nazione chiedendo giustizia per sua sorella e spiegando le dinamiche di matrice patriarcale che stanno alla base della violenza di genere.

La 24enne ha avuto un approccio tipico di quella rabbia giovanile e desiderio di cambiare il mondo, suo padre invece ha cercato di parlare della vicenda nel suo piccolo e in modo totalmente diverso.

Sul suo profilo Facebook sono apparsi diversi post ognuno contenete un messaggio diverso. L’ultimo che ritrae un’immagine di due giovani che ballano e la scritta “L’unica mano alzata su una donna deve essere quella per invitarla a ballare”. Nessun altro commento da parte dell’uomo, ma solo tanti cuori e il supporto di milioni di utenti che si sono riversati sul suo profilo nelle ultime settimane.

Ancora, un altro con l’immagine di un nastro rosso, il simbolo della lotta alla violenza di genere, e la didascalia: “Parlate, denunciate, fidatevi!”. Poche parole che però mandano un messaggio forte, quello di un genitore che per sfortuna lo ha vissuto in prima persona.

 

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Sono stati giorni intensi e si potrebbe dire che questa vicenda sia stata in grado di smuovere le maree – maree umane – cioè tutte quelle persone che con un post, una storia, o partecipando alle manifestazioni dei giorni scorsi hanno voluto dare il proprio contributo.

In tutta Italia, nelle piazze e nelle strade si sono radunate masse di persone mai viste prima. L’associazione non una di meno ha parlato di 500 mila manifestanti al corteo di Roma: donne, uomini, bambini, tutti uniti contro una causa comune, fermare la violenza patriarcale che penalizza ognuno in modo diverso.

E mentre la famiglia adesso avrà un momento di tregua mediatica per vivere il proprio lutto, l’auspicio è che l’attenzione non cali e i piccoli passi avanti fatti, non lascino nuovamente il posto all’ indifferenza.

@RedazioneSintony.it