Dal primo febbraio è attiva la piattaforma Piracy Shield gestita dall'Agcom, che ha lo scopo di individuare e segnalare i responsabili della diffusione e fruizione di contenuti illegali.
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha però annunciato un inasprimento delle pene per contrastare questo fenomeno. La pirateria non si limita solo a Iptv e siti illegali che vendono abbonamenti a prezzi ribassati, ma include anche diverse applicazioni scaricabili gratuitamente da PlayStore, AppStore e Amazon.
Il commissario Agcom Massimiliano Capitanio ha ribadito le sanzioni previste dalla legge antipirateria, conosciuta anche come "anti-pezzotto" o "salva-calcio".
Sono previste multe da 150 a 5.000 euro per chi fruisce di materiale pirata, in particolare coloro che sono stati individuati grazie a Piracy Shield.
Capitanio ha inoltre criticato Google e Amazon per la loro scarsa collaborazione nel contrastare la pirateria.
Le due aziende infatti sono state invitate a collaborare maggiormente per rimuovere le app illegali dai loro store digitali.
L'inasprimento delle pene, che prevede fino a 5.000 euro di multa per i recidivi, mira a scoraggiare un fenomeno che sottrae al calcio oltre 300 milioni di euro all'anno.
Anche la Spagna si è mossa nella stessa direzione, con un'ordinanza del Tribunale del Commercio di Barcellona che obbliga gli operatori Internet a condividere dati e informazioni sugli utenti che si collegano a server che trasmettono contenuti illegali.
Le autorità spagnole hanno inoltre chiesto a Google di fornire i dettagli degli account PlayStore che hanno scaricato le app incriminate.
Oltre alle multe, chi diffonde contenuti illegali rischia anche la detenzione da sei mesi a tre anni.
@Redazione Sintony News