Il caso dell'eredità di Patrizia Reggiani, nota come l'ex signora Gucci, condannata a 26 anni di carcere per aver orchestrato l'omicidio del marito Maurizio nel 1995, ha preso una svolta interessante con le recenti accuse nei confronti di un'ex compagna di cella.
Loredana Canò è ora sotto processo con l'accusa di aver manipolato Reggiani, convincendola a combattere contro le sue figlie Alessandra e Allegra e addirittura trasferendosi nella villa di Reggiani per gestire le comunicazioni al posto della padrona di casa. Secondo la Procura, Canò avrebbe condizionato Reggiani, sfruttando la sua vulnerabilità psicologica e la sua crescente influenza nella vita della detenuta.
Si tratta di un presunto raggiro orchestrato da un gruppo di individui, tra cui la compagna di cella e altre tre persone, che avrebbero mirato a ottenere il controllo dell'ingente patrimonio di Reggiani, composto da circa un centinaio di appartamenti a Milano e circa 20 milioni di euro. Le accuse contro di loro includono circonvenzione di incapace, peculato, furto di oggetti preziosi e induzione indebita.
Il processo affronterà anche il presunto furto di gioielli avvenuto nel 2017 a casa di Reggiani, attribuito a Canò, nonché la richiesta di 15.000 euro in contanti per un'intervista concessa dalla stessa Reggiani a un canale televisivo.
Oltre a Canò, sono stati rinviati a processo Marco Chiesa, consulente finanziario della madre di Reggiani, e i commercialisti Mario Wiel Marin e Marco Moroni. Si presume che anch'essi abbiano approfittato delle condizioni di salute precarie di Silvana Barbieri, madre di Reggiani, e delle sue difficoltà psicologiche per trarre vantaggio dall'ingente patrimonio derivante dall'eredità materna. Tuttavia, il presidente di Coni Lombardia Marco Riva è stato prosciolto, così come l'avvocato Maurizio Enrico Carlo Giani, amico e testimone di nozze dell'ex amministratore di sostegno di Reggiani.
Marta Rachele Pusceddu