Oggi potrebbe arrivare la condanna per Alessia Pifferi, la donna di 38 anni, in carcere dal luglio di due anni fa, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia, Diana, di 18 mesi, dopo averla lasciata da sola a casa per sei giorni.
I giudici dovranno stabilire quale pena infliggere ad Alessia Pifferi. La sua avvocata, Alessia Pontenani, ha sempre cercato di far riconoscere l’incapacità di intendere e di volere della sua assistita.
Il primo a parlare è stato l'avvocato di parte civile Emanuele De Mitri: “Ci troviamo di fronte a una condotta di natura volontaria, a un caso agghiacciante in cui la responsabilità è chiara a seguito di granitiche prove, mai scalfite dagli esiti dell'istruttoria. In questo processo c'è solo una verità: Alessia Pifferi è colpevole dell'omicidio della piccola Diana, sapeva benissimo che abbandonando la figlia in quel modo ne avrebbe provocato la morte”.
Il legale che tutela gli interessi della madre e sorella dell'imputata ha aggiunto: “Alessia Pifferi decide autonomamente di lasciare la figlia in casa, mente al compagno e ai familiari su dove è la bambina. Il dubbio sull'imputabilità è stata smantellata dalla perizia che sostiene che era capace di intendere e volere al momento del fatto. In quest'aula non c'è stato un solo elemento a suo favore. Abbiamo assistito a tentativi di giustificare una condotta omicidiaria, tentativi da commedia dell'arte meschini. Ha tradito la piccola Diana. Alessia Pifferi ha accettato il solo esito possibile: la morte”.
L'omicidio “ha un solo responsabile, un solo nome” ha concluso l'avvocato che ha chiesto di non concedere le attenuanti generiche e di liquidare 200mila euro per la madre dell'imputata e 150mila euro per la sorella come danno d'immagine (o 100mila euro ciascuna come provvisionale) per una famiglia che è “già attinta dall'ergastolo del dolore”.
“Non è nostro compito dare giudizi morali su Alessia Pifferi, vi chiedo l'assoluzione. È evidente che non volesse uccidere la bambina”, ha detto invece Alessia Pontenani, legale dell’imputata. “Alessia ha avuto un'infanzia terribile, è cresciuta nell'incuria e nell'abbandono. E' innegabile che già all'asilo avesse dei problemi", ha proseguito la legale, iniziando la ricostruzione delle difficoltà della 38enne.
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