Il tessuto delle tradizioni è tessuto di memoria, ma anche di adattamento ai tempi moderni. A Olbia, città dalla ricca storia e cultura sarda, il sindaco Settimo Nizzi ha preso una decisione che ha fatto discutere: vietare la rottura dei piatti durante le cerimonie nuziali, una pratica antica conosciuta come "Sa 'ratzia".
Nonostante il suo profondo valore simbolico e la sua radicata presenza nella tradizione locale, il sindaco ha emesso un'ordinanza che vieta categoricamente la rottura dei piatti durante le funzioni matrimoniali nell'intero territorio comunale. Questa decisione è motivata dalla necessità di mantenere il decoro urbano, garantire la sicurezza pubblica e preservare l'incolumità dei cittadini.
Il sindaco Nizzi ha spiegato che, nonostante la rottura dei piatti rappresenti un momento significativo della tradizione locale, essa costituisce anche un pericolo tangibile. I cocci abbandonati nelle strade dai partecipanti alle celebrazioni possono provocare ferite e rappresentare un grave pericolo per i passanti, danneggiando anche il decoro urbano e l'immagine della città.
Coloro che non rispetteranno il divieto saranno soggetti a sanzioni amministrative che vanno da 25 a 500 euro. Questa decisione, se da un lato mira a preservare la sicurezza e il decoro della città, dall'altro segna la fine di un'antica tradizione che ha radici profonde nella cultura locale.
Questo addio al rito del 'sì' con la rottura dei piatti rappresenta un cambiamento significativo nella cultura matrimoniale di Olbia. Tuttavia, la ricchezza della cultura sarda non si esaurisce qui: altre manifestazioni e tradizioni continuano a prosperare, radicate nel tessuto sociale della regione.
Mentre questa antica pratica viene messa da parte, resta il ricordo di un gesto che va oltre il semplice simbolismo: un legame con la storia e con le generazioni che ci hanno preceduto, un augurio di prosperità e felicità per il futuro delle coppie appena formate.
@Redazione Sintony News