La Corte d'Assise d'Appello di Firenze ha confermato la condanna a tre anni per calunnia a carico di Amanda Knox, già scontata, per le accuse rivolte a Patrick Lumumba nel corso delle indagini sull'omicidio di Meredith Kercher.
Lumumba non era presente in aula al momento della lettura della sentenza, ma ha commentato con l'ANSA: "La sentenza è giusta e meritata. Saluto il tribunale di Firenze con molto rispetto e onore per la loro professionalità. È vero eravamo amici con Amanda Knox, ma non si pugnalano gli amici alle spalle e Amanda mi ha pugnalato. Mi ha pugnalato e non mi ha chiesto scusa".
Knox, presente in aula insieme al marito Chris Robinson, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ripercorrendo le concitate ore passate in questura dopo l'omicidio di Meredith Kercher e il suo arresto. Ha definito la notte precedente all'arresto "la peggiore della sua vita", sottolineando lo choc, la stanchezza e la vulnerabilità in cui si trovava.
Ha poi descritto le pressioni subite durante gli interrogatori, sostenendo di non essere stata in grado di ricostruire lucidamente i fatti e di aver ceduto alle sollecitazioni degli inquirenti, accusandola di averla dipinta come colpevole.
Nella sua versione, Knox ha ribadito la sua estraneità all'omicidio e ha spiegato di aver scritto il memoriale incriminato nel tentativo di mettere ordine nei suoi ricordi confusi e di ritrattare le accuse mosse contro Lumumba.
L'avvocato di Lumumba, Carlo Pacelli, ha espresso soddisfazione per la condanna di Knox, ritenendola giusta e meritata.
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