Dieci clarisse "ribelli" della Spagna, dopo le frasi contro Papa Francesco e la Chiesa di Roma, sono state scomunicate. Le religiose hanno pubblicamente annunciato di voler abbandonare la Chiesa cattolica (non riconsocendone l'autorità) con decisione “irreversibile e unanime”. In più occasioni le suore hanno dichiarato di “non riconoscere il Papa” e che “il Vaticano è una farsa”.
Accusano Francesco di usare “linguaggi doppi e confusi” e di contraddirsi. In sintesi, non riconoscono in lui il vicario di Cristo. E questo ha decretato la decisione dell'arcivescovo di Burgos, Mario Iceta, che punta il dito contro dieci suore dei monasteri di Belorado (Burgos) e Orduna (Vitoria).
Con la scomunica le clarisse dovrebbero lasciare il monastero, ma nei giorni scorsi non hanno voluto consegnare le chiavi dell'edificio all'arcivescovo. Nel suo comunicato, Iceta ha puntualizzato che “la Dichiarazione di scomunica è un’azione giuridica considerata dalla Chiesa come una misura medicinale, che muove la riflessione e la conversione personale”.
Le monache ribelli avevano inviato una raccomandata all’arcivescovado di Burgos Mario Iceta per comunicare la decisione irrevocabile di voltare le spalle alla Chiesa cattolica.
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