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19 Luglio 2024

Francesca Deidda, i resti trovati in un borsone, oggi l’autopsia

I resti di Francesca Deidda sono stati trovati in un borsone sulla Vecchia Orientale Sarda, oggi si terrà l’autopsia

Dopo giorni di ricerche ieri pomeriggio sono stati ritrovati i resti di Francesca Deidda, la quarantaduenne scomparsa da San Sperate lo scorso maggio. Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni, marito della donna, si trova in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.

Ieri, proprio mentre il pm Marco Cocco stava interrogando l’uomo, sono stati trovati i resti di Francesca Deidda. È grazie al fiuto dei cani molecolari che gli agenti e volontari sono arrivati nel punto in cui si trovavano i resti della donna, dentro un borsone: a ridosso della 125, non lontano dalla zona in cui gli scorsi giorni sono stati ritrovati gli effetti personali.

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L’impiegata, originaria di Assemini ma trapiantata da una decina d’anni a San Sperate con il marito, risultava sparita dallo scorso maggio. Secondo gli inquirenti sarebbe stato il marito, Sollai, a uccidere la moglie per paura di perdere la casa (cointestata) mentre sarebbe in corso una sua relazione extraconiugale. Poi avrebbe utilizzato il suo telefono cellulare per fingere che la donna fosse vive e si fosse allontanata volontariamente. E quindi sostenere la sua tesi “Non è sparita, ha deciso di andarsene”. L’uomo fin da subito ha riferito di averla accompagnata nella zona di San Gregorio, dove, a suo dire, lei si sarebbe avvicinata a una comunità (che peraltro non c’è più in Sardegna).

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La prima denuncia di scomparsa è arrivata intorno al 30 maggio, quando il fratello della donna, Andrea Deidda, avrebbe deciso di rivolgersi agli inquirenti insospettito dai messaggi che riceveva dal cellulare della sorella e dalle colleghe che sostenevano che ci fossero anomalie negli atteggiamenti di Francesca (messaggi e mail con dimissioni dal posto di lavoro in maniera telematica).

Le stesse colleghe hanno teso una trappola a chi utilizzava il telefono della Deidda, avrebbero inventato il nome di una persona che, come lei, si sarebbe licenziata dal lavoro. La risposta ricevuta ha fatto capire che non era la donna a utilizzare il suo cellulare. Così sono scattate da subito le ricerche con un dispiegamento di forze dell’ordine e volontari, fino al ritrovamento dei suoi effetti personali pochi giorni fa e alle tracce di sangue. Poi, ieri, con l’aiuto dei cani molecolari arrivati dalla penisola, si è arrivati al tragico epilogo. Oggi il medico legale Roberto Demontis effettuerà l’autopsia sul corpo della donna. 

 

@Redazione Sintony News