Nessun omaggio di stato, nessun grande funerale pubblico. Così ha voluto Alain Delon, icona del cinema francese, che si è spento ieri all’età di 88 anni. Le sue esequie, secondo il suo desiderio, saranno riservate ai soli intimi e si terranno nella sua amata tenuta, la Brûlerie, a Douchy, nel dipartimento di Loiret. L’attore, che aveva espressamente chiesto riservatezza e semplicità, riposerà accanto ai suoi 35 cani, a cui era profondamente legato in vita.
Delon aveva espresso in più occasioni la sua volontà di essere seppellito senza fasti, come “una persona comune”. Già in un’intervista del 2018 aveva dichiarato: “Non voglio un funerale di stato, voglio essere seppellito come un uomo qualunque”.
Una scelta che, pur sorprendendo molti, rispecchia l’immagine di un uomo che, al di là della sua notorietà, ha sempre mantenuto un profondo legame con la vita privata e la natura. Le esequie si terranno a metà settimana nella cappella della sua proprietà, la stessa che l’attore aveva preparato per questo scopo.
La famiglia Delon, composta dai tre figli Anthony, Anouchka e Alain-Fabien, sembra aver accolto con rispetto la volontà del padre, concordando sulla necessità di una cerimonia intima.
Tuttavia, non si esclude la possibilità di un momento pubblico per ricordare l'attore, aperto a colleghi e fan, anche se con modalità ancora da definire.
Il legame speciale tra Delon e i suoi cani è noto da tempo: li ha sempre considerati come membri della famiglia, dedicando loro affetto e cure. Il suo ultimo cane, Loubo, ancora in vita, è simbolicamente presente nel messaggio di commiato diffuso dai figli: “Alain Fabien, Anouchka, Anthony, così come Loubo, sono profondamente addolorati nell'annunciare la scomparsa del loro padre”.
Questo toccante addio conferma l’importanza degli animali nella vita dell’attore, tanto che ha voluto che fossero accanto a lui anche nell’eternità. Delon si era trasferito nella tenuta della Brûlerie nel 1971, insieme alla compagna Mireille Darc, con cui aveva condiviso una parte significativa della sua vita.
L’attore aveva fatto radere al suolo l’antico castello della proprietà, conservando solo le dependance come residenza. Nel tempo, la Brûlerie è diventata il rifugio di Delon, un luogo di pace e solitudine, lontano dai riflettori.
Dopo un periodo trascorso in Svizzera negli anni ’80, Delon era tornato a Douchy con Rosalie van Breemen, madre dei suoi figli più giovani, Anouchka e Alain-Fabien. Nonostante la sobrietà voluta per il suo ultimo saluto, la figura di Alain Delon resterà impressa nella storia del cinema e nel cuore dei suoi fan.
Il suo rifiuto di un funerale da star è un ulteriore segno del suo desiderio di autenticità, lontano dai clamori di un mondo a cui, sebbene abbia dato tanto, ha sempre preferito contrapporre una vita semplice e discreta.
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