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12 Settembre 2024

Nuovo stop del Tar del Lazio alla stretta del governo sulla cannabis light

Per la seconda volta in poco meno di un anno i giudici amministrativi hanno sospeso il decreto del ministero della Salute che equipara il cannabidiolo, un estratto della cannabis, alle sostanze stupefacenti

Il Tar del Lazio ha bloccato nuovamente il decreto del Ministero della Salute che equipara il cannabidiolo (CBD), un estratto della cannabis, alle sostanze stupefacenti, vietandone così la vendita in negozi, erboristerie e tabaccai. Questa è la seconda sospensione in meno di un anno da parte dei giudici amministrativi. La decisione è stata accolta con entusiasmo dai coltivatori di canapa, che attendono il 16 dicembre, quando il tribunale si esprimerà definitivamente nel merito.

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Il decreto oggetto della sentenza non è collegato a quello del ddl sicurezza, che vieta la vendita della cosiddetta cannabis light, con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, che finora era venduta legalmente. L'Associazione Imprenditori Canapa Italia, che ha fatto ricorso al Tar, ha sottolineato come la sospensione del decreto eviti un grave danno economico e sociale al settore della canapa industriale.

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Il dibattito sulla cannabis light ha coinvolto diversi attori politici. Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha criticato duramente il governo Meloni per quello che definisce un approccio ideologico, mentre Riccardo Magi di +Europa ha elogiato la decisione del Tar per aver smontato la propaganda proibizionista.

Anche il M5S, tramite la deputata Gilda Sportiello, ha sottolineato che il CBD non dovrebbe essere classificato come sostanza psicotropa, poiché non ci sono prove scientifiche sufficienti a sostegno di questa tesi.

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Al contrario, la viceministra del Lavoro, Maria Teresa Bellucci, ha ribadito la sua opposizione alla vendita di prodotti a base di cannabis, ritenendoli pericolosi per la salute pubblica e individuale.

 

 

@Redazione Sintony News