Il calo della natalità è un problema nazionale, ma in Sardegna la situazione è particolarmente grave.
Nel 2023, il tasso di fecondità nell'isola è sceso allo 0,91 figli per donna, posizionando la regione al livello più basso d'Italia. A livello nazionale, il tasso si attesta all'1,20, prossimo al minimo storico del 1995. Questo scenario mette in evidenza una crisi demografica che potrebbe avere conseguenze drammatiche: senza un’inversione di tendenza, si stima che la Sardegna potrebbe scendere sotto il milione di abitanti entro il 2061 e arrivare a soli 739mila nel 2080.
Nel 2050, gli over 65 rappresenteranno oltre il 40% della popolazione sarda, mentre i giovani saranno sempre più rari. Negli ultimi dieci anni, la Sardegna ha perso 100mila abitanti, scendendo sotto il milione e 600mila residenti. Questo è un fenomeno che interessa anche altre aree italiane, ma in Sardegna è accentuato, con alcune zone come l’Oristanese che soffrono più di altre.
Secondo l'esperta di demografia Luisa Salaris, le ragioni del calo della natalità sono molteplici: oltre al precariato e alla mancanza di stabilità economica tra i giovani, si aggiungono i problemi legati all'infertilità e i cambiamenti nelle esigenze delle donne, che cercano una maggiore affermazione professionale. Lo spopolamento è un altro fattore: in alcuni piccoli comuni sardi come Semestene e Sennariolo, quasi due abitazioni su tre sono vuote, mentre a Giave, Bidonì e Ussassai l'occupazione degli edifici non raggiunge il 40%.
@Redazione Sintony News