La strage familiare di Nuoro, compiuta da Roberto Gleboni, un operaio 52enne, ha lasciato la comunità e l'intera regione di Sardegna sconvolte. Il tragico evento si è verificato mercoledì, 25 settembre, nell'appartamento di via Ichnusa, dove l'uomo ha ucciso la moglie, la figlia di 24 anni, il figlio di 10 anni, e un vicino di casa che ha incontrato per caso sul pianerottolo, prima di togliersi la vita.
L'unico sopravvissuto alla strage è l'altro figlio, un ragazzo di 14 anni, che ha finto di essere morto per salvarsi. Ferito al volto e sotto choc, ha fornito una prima testimonianza, raccontando che in casa c'erano urla e che lui si è salvato solo fingendo di essere stato colpito a morte.
Il movente di questa terribile tragedia è ancora ignoto. Non è stato trovato alcun biglietto che possa spiegare le ragioni dietro questo gesto estremo. Gli investigatori stanno indagando sui dispositivi tecnologici, i conti bancari della famiglia e i rapporti tra Roberto e la famiglia della moglie, che sembravano essersi deteriorati.
Un altro elemento importante sarà la testimonianza della madre di Gleboni, ferita ma sopravvissuta, che potrebbe aiutare a chiarire cosa sia accaduto prima del gesto folle.
Ieri una marcia contro la violenza, domani, sabato 28 settembre, è prevista una fiaccolata a Nuoro in segno di solidarietà e vicinanza alla famiglia. La comunità si riunirà per esprimere il proprio dolore e partecipare al lutto che coinvolge tutti.
Le autopsie cominceranno domani all'ospedale Brotzu di Cagliari, mentre i funerali, ancora da fissare, saranno accompagnati dal lutto cittadino.
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