Nelle ultime ore, si sono verificate nuove violazioni delle postazioni UNIFIL (Forza di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano) da parte delle forze israeliane, secondo quanto denunciato dalla missione ONU nel sud del Libano. In particolare, alle 4:30 del mattino, due carri armati Merkava delle IDF (Forze di Difesa Israeliane) hanno distrutto l'ingresso della postazione UNIFIL di Ramyah e vi sono entrati forzatamente.
I militari dell'ONU, tutti di origine ganese e sotto il comando della Brigata Sassari del settore Ovest, si erano rifugiati, avendo avvistato le forze israeliane attraversare il confine con il Libano. I carri armati sono rimasti nella postazione per circa 45 minuti, prima di lasciare l'area dopo una protesta inoltrata dall'UNIFIL.
Successivamente, alle 6:40, i peacekeeper hanno osservato esplosioni a nord della base, emettendo fumo che ha causato irritazione cutanea e reazioni gastrointestinali a 15 caschi blu. Questi sono stati successivamente curati per i sintomi. L'episodio fa seguito a un'altra azione delle forze israeliane, che hanno impedito il passaggio di un trasporto logistico dell'UNIFIL nei pressi di Meiss ej Jebel.
La missione UNIFIL ha ribadito che le azioni dell'IDF mettono in pericolo il personale ONU, ricordando alle forze israeliane gli obblighi internazionali per garantire la sicurezza delle postazioni ONU e il rispetto del diritto internazionale, in particolare della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza del 2006, che garantisce la libertà di movimento dei peacekeeper. Le Nazioni Unite hanno richiesto spiegazioni formali per queste violazioni.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, di ritirare la missione UNIFIL dal sud del Libano per evitare che i peacekeeper diventino scudi umani di Hezbollah. In risposta, la premier italiana Giorgia Meloni ha definito questi attacchi contro i caschi blu "inaccettabili", mentre il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha chiesto un dialogo tra i vertici militari italiani e israeliani per evitare ulteriori ostilità.
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