Il caso dei fratelli Lyle e Erik Menéndez, condannati all'ergastolo nel 1996 per l'omicidio premeditato dei genitori José e Kitty Menéndez, potrebbe presto essere rivisitato. La Procura di Los Angeles ha infatti valutato nuove prove che suggeriscono come i due fratelli, all'epoca di 21 e 18 anni, abbiano subito abusi sessuali da parte del padre con la complicità della madre, spingendoli a compiere il duplice omicidio.
Il procuratore George Gascón ha affermato che, alla luce delle molestie subite, i fratelli non avrebbero dovuto essere condannati per omicidio premeditato, ma per omicidio di secondo grado, che prevede una pena di 50 anni. Considerato il tempo già trascorso in carcere, potrebbero essere già idonei per chiedere la libertà condizionale. La decisione ora spetta al giudice, che ha fissato un'udienza per il 26 novembre.
Durante il processo originale, uno dei primi trasmessi in televisione, i Menéndez ammisero il crimine, sostenendo di aver agito per difendersi dai genitori, temendo per la propria vita. Tuttavia, nel secondo processo, diverse prove delle presunte violenze furono escluse. L'attenzione mediatica si è rinnovata recentemente grazie a una serie Netflix prodotta da Ryan Murphy e alla dichiarazione di Roy Rosselló, ex membro della band Menudo, che ha accusato José Menéndez di abusi negli anni '80.
@Redazione Sintony News