Il tema della regolamentazione degli affitti brevi in Italia torna al centro dell'attenzione con la stretta sulle keybox e sui sistemi di self check-in. La nuova circolare del Viminale stabilisce che l’identificazione automatizzata e remota degli ospiti non soddisfa i requisiti previsti dalla normativa vigente, ribadendo l’obbligo del gestore di verificare de visu i documenti di identità.
Le motivazioni principali. L’aumento degli affitti brevi e l'attuale contesto internazionale richiedono un controllo più rigoroso per prevenire il rischio di alloggiamento di persone legate a organizzazioni criminali o terroristiche. Con l’imminente Giubileo, che porterà in Italia 30-35 milioni di turisti, le autorità stanno intensificando le misure di sicurezza.
Rischi connessi alla gestione automatizzata: l’’uso delle keybox e di altri sistemi automatizzati non garantisce che le persone che effettivamente occupano la struttura siano le stesse identificate tramite l'invio di documenti. Questo comporta un pericolo per la collettività, poiché le generalità di eventuali ospiti restano ignote alla Questura.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato la necessità di superare il modello attuale, ritenendolo critico rispetto alla normativa. Ha inoltre evidenziato episodi in cui il sistema è stato utilizzato per aggirare le regole.
Questa decisione potrebbe avere un impatto significativo su proprietari e gestori di appartamenti, che dovranno rivedere i processi operativi. E sui turisti, che potrebbero incontrare più difficoltà nei check-in automatizzati, aumentando la necessità di interazione diretta con i gestori.
La regolamentazione punta a bilanciare l’esigenza di garantire ospitalità efficiente con quella di tutelare la sicurezza collettiva in un momento di grande afflusso turistico e di tensioni geopolitiche.
@Redazione Sintony News