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5 Dicembre 2024

Busta con tre proiettili recapitata al legale di Turetta

Elena Cecchettin: “Giulia è stata uccisa dalla "giustificazione e dal menefreghismo" verso tutti quei segnali che anticipano i femminicidi

Una busta con tre proiettili è stata recapitata ieri a Padova allo studio dell'avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta. Il legale nel prendere la corrispondenza ha aperto una lettera, dentro la quale c'erano tre cartucce. L'avvocato ha quindi contattato la questura che ha fatto intervenire presso lo studio agenti della squadra mobile, della digos e del gabinetto interprovinciale della polizia scientifica che hanno proceduto a ispezionale la busta da lettera, repertando anche le tre cartucce avvolte in un foglio di carta.

Giovanni Caruso, busta con tre proiettili all'avvocato di Filippo Turetta:  disposta la vigilanza

Intanto femminicidio di Giulia Cecchettin ha lasciato un segno profondo nella società italiana, spingendo a una riflessione collettiva sulla violenza di genere e sul ruolo delle istituzioni nella prevenzione di tragedie simili. La condanna all’ergastolo per Filippo Turetta non ha placato il dolore né le critiche, soprattutto per l’esclusione delle aggravanti di crudeltà e stalking, una decisione che ha suscitato indignazione nella famiglia e nell’opinione pubblica.

Elena, sorella di Giulia, ha affidato a Instagram una dura riflessione, denunciando il fallimento sistemico nella protezione delle donne: ha sottolineato che Giulia non è stata uccisa solo dalla "mano violenta" di Turetta, ma anche dal menefreghismo verso i segnali premonitori.

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L’esclusione delle aggravanti rappresenta per lei una mancanza di rispetto alla memoria della sorella e un’ulteriore prova di disinteresse da parte delle istituzioni:"Sei vittima solo se sei morta, quello che subisci in vita te lo gestisci da sola".

Ha evidenziato come la violenza inizi ben prima di atti fisici evidenti, chiedendosi quante donne non potranno salvarsi se nemmeno i casi più palesi vengono riconosciuti per quello che sono. Mentre la famiglia Cecchettin affronta il lutto e le contraddizioni di un sistema che non sempre protegge le donne, il padre di Giulia, Gino Cecchettin, ha intrapreso un percorso proattivo.

Perché Gino Cecchettin si è sfogato sui social contro i legali di Turetta

In collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e del Merito, è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere nelle scuole una cultura del rispetto e dell’educazione contro la violenza di genere. La Fondazione Giulia Cecchettin porterà avanti questa missione nelle scuole, affrontando temi come l’uguaglianza, il rispetto reciproco e la prevenzione della violenza. Il ministro Valditara ha espresso il suo impegno a fare in modo che tragedie come quella di Giulia diventino un monito e un punto di partenza per cambiare mentalità e comportamenti.

 

 

@Redazione Sintony News