Il panettone è senza dubbio il dolce simbolo del Natale in Italia, carico di storia, miti e tradizioni che ne arricchiscono il fascino. Oggi è prodotto in molteplici varianti e apprezzato sia nella sua versione classica sia in interpretazioni gourmet. Ma cosa sappiamo veramente delle sue origini e delle consuetudini che lo circondano?
L’antenato del panettone risale all’epoca romana, quando si consumavano lievitati arricchiti con miele e frutta secca. Una leggenda narra che il panettone nacque nel 1495 alla corte di Ludovico il Moro. Uno sguattero di nome Toni salvò un impasto bruciato, aggiungendovi burro, uva passa e canditi.
Il dolce fu servito con successo e chiamato “Pan de Toni”. Un’altra versione attribuisce l’invenzione a Ughetto degli Antellari, un giovane fornaio che, per conquistare la sua amata Adalgisa, creò un pane arricchito con ingredienti pregiati.
Nel 1599, un documento del Collegio Borromeo di Pavia cita un "Pane di Natale" servito durante il pranzo natalizio. La parola "panettone" appare per la prima volta nel 1606 in un dizionario milanese-italiano. L’attuale forma e consistenza del dolce si consolidano solo nell’Ottocento.
Nel 1920, Angelo Motta rivoluzionò il panettone introducendo l’altezza e la forma iconica: fasciando l’impasto con una guaina di cartone, ottenne il caratteristico "cappello" che ricorda un tappo di champagne. Capovolgendo il dolce a testa in giù appena sfornato, riuscì a mantenerne la sofficità e la struttura.
Secondo il Galateo il Panettone va portato in tavola intero per esaltarne l’aspetto e il profumo, deve essere tagliato su un piatto ampio, possibilmente aperto a fiore, e le creme di accompagnamento vanno servite a parte, in una salsiera. Tradizionalmente si mangia con le mani: si staccano piccoli pezzi dalla fetta. Se farcito, si utilizzano forchetta e cucchiaino. Si consuma a fine pasto, prima della frutta.
Secondo un sondaggio SWG, il 66% degli italiani considera il panettone il dolce natalizio per eccellenza. Nel confronto diretto, il panettone prevale con il 44% delle preferenze, contro il 43% del pandoro. Una fetta di panettone contiene circa 375 calorie, meno del pandoro (400 calorie).
Tra i più celebri appassionati figurano Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni, che lo consumavano tutto l’anno. La tradizione milanese prevede di conservare una fetta di panettone per il 3 febbraio, festa di San Biagio, protettore della gola. Mangiarla a digiuno sarebbe un rito propiziatorio contro mal di gola e raffreddori.
Oggi, il panettone si arricchisce di varianti creative: dalle versioni al cioccolato a quelle farcite con creme o ricoperte di glassa. Nonostante le innovazioni, il panettone classico rimane un simbolo intramontabile della tradizione natalizia italiana, unendo convivialità, sapore e storia in un’unica delizia.
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