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10 Dicembre 2024

Roma, è nato il primo ambulatorio di veterinaria sociale a Roma

Si tratta di un sostegno essenziale per famiglie fragili e animali

Prendersi cura di un animale domestico rappresenta una responsabilità e un costo crescente, spesso insostenibile per molte famiglie in difficoltà economica. In risposta a questa emergenza, il 22 ottobre 2024 è stato inaugurato a Roma il primo ambulatorio di veterinaria sociale, un progetto nato dalla collaborazione tra LAV (Lega Anti Vivisezione) e la Comunità di Sant’Egidio. Questo servizio gratuito mira a garantire cure mediche di base per animali appartenenti a famiglie con fragilità economiche o sociali, prevenendo abbandoni e separazioni forzate.

Arriva l'ambulatorio veterinario sociale a Roma — idealista/news

Secondo Altroconsumo, mantenere un cane costa in media 1.562€ all’anno, di cui 341€ per cure mediche, anche visite di base o un semplice prelievo di sangue possono essere proibitivi per molte famiglie, portando a un calo delle adozioni, un aumento degli abbandoni e rinunce personali dei proprietari per coprire le spese veterinarie.

La situazione è particolarmente critica per gli anziani soli e per le persone senza dimora, per cui gli animali rappresentano spesso l’unica compagnia e conforto.

Taglio del nastro per l'ambulatorio veterinario sociale: è il primo in città

L’ambulatorio si propone di assistere oltre 400 famiglie fragili, offrendo visite veterinarie gratuite, cure di base e interventi essenziali per cani e gatti, e supporto per prevenire abbandoni e maltrattamenti.

Si rivolge soprattutto agli anziani soli che mettono al primo posto il benessere degli animali, spesso sacrificando le proprie cure. E alle persone senza dimora che condividono un legame profondo e inscindibile con i loro animali.

Il progetto è finanziato esclusivamente da fondi donati dai sostenitori della LAV.

Roma, inaugurato l'ambulatorio di veterinaria sociale Lav

Il Presidente della LAV, Gianluca Felicetti, ha sottolineato l’importanza di garantire cure veterinarie accessibili, richiedendo la riduzione dell’IVA sui servizi veterinari attualmente fissata al 22%, al pari dei beni di lusso (insostenibile per famiglie con ISEE basso o reddito nullo). L’obiettivo è equiparare le spese veterinarie a quelle umane.

E auspica che lo Stato e le Regioni seguano l’esempio del Piemonte e del Comune di Modena, che hanno avviato politiche per rendere le cure veterinarie più accessibili.

 

 

@Redazione Sintony News