Chiara Ferragni ha trovato un accordo con il Codacons per risolvere il caso legato alla campagna promozionale del pandoro Pink Christmas Balocco, accettando di rimborsare i consumatori rappresentati dall'associazione con 150 euro a testa.
Questo risarcimento chiude la disputa tra l'influencer e il Codacons, anche se le indagini della Procura di Milano e dell'Antitrust per pubblicità ingannevole e truffa aggravata restano in corso.
La controversia ruota attorno alla campagna promozionale di Natale 2022, in cui veniva promesso che l'acquisto del pandoro avrebbe finanziato la ricerca su osteosarcoma e sarcoma di Ewing per dotare l'Ospedale di Torino di un nuovo macchinario. Tuttavia, le indagini hanno rivelato che la somma destinata alla donazione era già stata stanziata prima del lancio del prodotto, rendendo fuorviante la comunicazione pubblicitaria. Un meccanismo simile è stato ipotizzato per le uova di Pasqua Dolci Preziosi, coinvolgendo anche altri dirigenti delle aziende partner.
Gli acquirenti rappresentati dal Codacons riceveranno 150 euro a titolo di risarcimento, una cifra ben superiore alla differenza di prezzo tra il pandoro tradizionale Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro). Solo i consumatori che hanno presentato reclamo tramite il Codacons e l'Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi avranno diritto al rimborso.
L'accordo non prevede compensi diretti al Codacons, ma solo il rimborso delle spese legali sostenute dall'associazione.
La Procura di Milano, intanto, deve decidere se chiedere il rinvio a giudizio o l'archiviazione per i principali indagati: Chiara Ferragni (influencer e promotrice del progetto), Alessandra Balocco (capo dell'azienda dolciaria Balocco), Franco Cannillo (Dolci Preziosi) e Fabio Maria Damato (ex general manager di Ferragni).
L'Antitrust, parallelamente, ha già comminato una multa per pratiche commerciali scorrette, confermando la gravità del caso.
Questo accordo rappresenta un primo passo verso la risoluzione del caso, ma le ripercussioni sull'immagine di Chiara Ferragni e delle aziende coinvolte potrebbero essere durature. La vicenda solleva importanti riflessioni sull'etica nelle campagne pubblicitarie e sulla trasparenza nella comunicazione con i consumatori
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