Il sardo è tra le lingue più parlate e ricordate. Lo rivela un’indagine dell’Unesco in occasione della giornata nazionale del dialetto che si celebra il 17 gennaio istituita nel 2013, in linea con le direttive Unesco, presso cui Unpli è accreditata dal 2012 come consulente per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
La “Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali” è un'importante iniziativa che celebra l'immenso patrimonio linguistico dell'Italia, promuovendo la consapevolezza e la salvaguardia delle sue molteplici espressioni dialettali e linguistiche.
L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni e le comunità locali sull'importanza di preservare e valorizzare i dialetti come espressioni della storia, cultura e identità dei territori.
In Italia si contano 31 lingue tra l’italiano e i vari dialetti. I dialetti più noti sono veneto, napoletano, friulano, piemontese, sardo, lombardo, emiliano-romagnolo, siciliano e ligure. Sono inclusi anche lingue ufficialmente riconosciute come il tedesco e il francese. Nel nord Italia, i dialetti sono prevalentemente parlati dagli anziani per preservare le tradizioni. In altre regioni, come il sud, anche i giovani utilizzano il dialetto come lingua quotidiana. Secondo l’ISTAT il 45% degli italiani parla solo italiano, il 32,2% alterna italiano e dialetto, mentre il 14% parla esclusivamente il dialetto.
Ogni regione ha una varietà linguistica ricca e complessa, con differenze di pronuncia, lessico e sintassi. In Sicilia il dialetto varia da zona a zona, con differenze significative tra le province. In Veneto e Friuli sono presenti numerosi sottodialetti con tratti distintivi. Mentre in Sardegna si distinguono varianti come campidanese, gallurese, logudorese e sassarese.
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