Dopo il recente ricovero per una polmonite bilaterale presso il Policlinico Gemelli di Roma, si è tornati a parlare della lettera di rinuncia firmata da Papa Francesco. Un documento che, per volontà dello stesso Pontefice, era stato predisposto già nel 2013 e consegnato all'allora segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone.
Bergoglio aveva rivelato l'esistenza di questa lettera in un'intervista al quotidiano spagnolo Abc, sottolineando come fosse stata scritta per far fronte all'eventualità di una malattia invalidante che potesse comprometterne le capacità decisionali e di governo. Il Papa aveva spiegato di aver comunicato a Bertone: "In caso di impedimento medico o altro, ce l'hai".
Il Codice di Diritto Canonico prevede che la rinuncia all'ufficio di Romano Pontefice debba essere manifestata in piena coscienza e facoltà mentale, motivo per cui Francesco aveva ritenuto opportuno preparare la lettera sin dall'inizio del suo pontificato. Questo gesto richiama il precedente di Papa Paolo VI che, nel 1965, aveva espresso l'intenzione di rinunciare al papato in caso di grave malattia invalidante.
La notizia non rappresenta quindi una novità assoluta, ma riafferma una prassi che alcuni Pontefici hanno ritenuto necessaria per garantire la continuità della Chiesa. Tuttavia, queste lettere "preventive" non vanno confuse con la storica rinuncia di Benedetto XVI, il Papa emerito scomparso nel 2022, che nel 2013 decise di lasciare il pontificato in modo libero e consapevole.
Il vaticanista Aldo Maria Valli, in un'intervista a Fanpage.it, ha chiarito che la lettera firmata da Bergoglio rientra in una misura di prudenza, confermando che essa deve essere redatta quando il Papa è nel pieno delle sue facoltà mentali. Lo stesso Francesco aveva spiegato di aver deciso di rendere pubblica l'esistenza del documento nel 2022, dopo aver affrontato problemi di salute legati ai dolori al ginocchio, patologia per la quale rifiutò un intervento chirurgico.
Secondo le dichiarazioni del Pontefice, la lettera di rinuncia è stata poi consegnata dal cardinale Bertone al suo successore, il cardinale Pietro Parolin, attuale segretario di Stato. Un atto di responsabilità e trasparenza, che mette in luce la volontà di Francesco di garantire la stabilità della Chiesa anche in situazioni di estrema difficoltà.
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