La Camera dei deputati ha approvato con 210 voti favorevoli, 117 contrari e 5 astenuti la fiducia al decreto Sicurezza. Ma a far discutere è soprattutto il via libera del governo a un ordine del giorno collegato al provvedimento, presentato dalla Lega, che impegna l’esecutivo a istituire un tavolo tecnico per valutare l’introduzione della castrazione chimica volontaria per i condannati per reati sessuali.
Firmato da Igor Iezzi, capogruppo leghista in commissione Affari costituzionali, l’odg non ha valore vincolante, ma rappresenta una chiara presa di posizione politica della maggioranza di centrodestra. Il governo Meloni ha espresso parere favorevole, chiedendo soltanto l’aggiunta della formula “conformemente agli impegni già assunti” — un riferimento a un analogo odg approvato nel settembre scorso, sempre su iniziativa della Lega.
Secondo quanto previsto dal testo, la commissione dovrà valutare la possibilità di introdurre, “nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali”, trattamenti sanitari su base volontaria per soggetti condannati per violenza sessuale o altri gravi reati a sfondo sessuale. Il percorso, con il consenso dell’interessato, prevederebbe terapie farmacologiche e psichiatriche, inclusi trattamenti di blocco androgenico. Si tratterebbe, in sostanza, di una castrazione chimica a effetto temporaneo e reversibile, con lo scopo dichiarato di prevenire il rischio di recidiva.
La proposta riporta al centro dell’agenda politica un tema che la Lega porta avanti da anni, ma su cui non sono mai seguiti veri passi legislativi. L'approvazione dell’odg è stata letta da molti osservatori come un segnale distensivo verso il Carroccio da parte del resto della maggioranza, a fronte di recenti frizioni interne. A settembre, dopo l’ok a un primo ordine del giorno sul tema, il leader leghista Matteo Salvini aveva parlato di “vittoria della Lega”. Tuttavia, a otto mesi di distanza, la proposta è ancora in fase preliminare.
Intanto, anche all’estero il dibattito si riaccende: in questi giorni il Regno Unito ha annunciato l’avvio di un programma sperimentale di castrazione chimica in venti istituti penitenziari.
Dura la reazione delle opposizioni. Il Partito Democratico ha accusato Forza Italia di essersi appiattita su posizioni estreme: “Questa misura mina le basi del nostro ordinamento giuridico”, hanno dichiarato i dem, che hanno parlato di “scorciatoie punitive di stampo medievale”.
Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra, ha aggiunto: “La Lega ripropone da anni questo mantra, ma non ha mai mostrato la stessa determinazione nel lavorare su prevenzione e cultura per contrastare la violenza maschile”.
Per ora, il decreto Sicurezza approvato alla Camera dovrà passare all’esame del Senato.
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