La Commissione europea sta studiando una maxi stangata sul tabacco, con l'obiettivo di disincentivarne l'uso e, al contempo, fare cassa. Una revisione della direttiva sulle accise del tabacco (TED) è in cantiere, e potrebbe portare a aumenti significativi sui prezzi di vendita al pubblico per una vasta gamma di prodotti: sigarette, sigarette elettroniche, sigari, tabacco riscaldato, tabacco da arrotolare e bustine di nicotina.
Le cifre ipotizzate sono consistenti, come anticipato da Il Sole 24 Ore. Sebbene una prima bozza del 2022 fosse stata accantonata, la proposta attuale è molto più incisiva. Per alcuni Paesi, si prevede un aumento della tassazione delle sigarette del 139%, mentre quella dei tabacchi trinciati per le sigarette fai da te potrebbe schizzare al 258%. Ancora più impressionante l'ipotetico incremento per i sigari, che potrebbe raggiungere un sorprendente +1090%.
Queste nuove regole si abbatterebbero anche sui prodotti di nuova generazione, come il tabacco riscaldato, le sigarette elettroniche e le bustine di nicotina, inclusi quelli prodotti in Italia. In termini concreti, per i consumatori italiani le ipotesi allo studio si tradurrebbero in un aumento di circa 1 euro a pacchetto, pari a oltre il 20% sia per le sigarette tradizionali che per i prodotti a tabacco riscaldato.
La proposta è destinata a sollevare un vivace dibattito. Il primo punto dolente è l'inevitabile carico sui consumatori. La stessa UE stima che i soli incrementi prospettati per la tassazione farebbero salire l'inflazione di oltre mezzo punto percentuale. Questo va in controtendenza con altre misure volte a scongiurare ulteriori aumenti sui prezzi al consumo, aggravando ulteriormente la situazione economica delle famiglie. È da ricordare che il 2025 è già iniziato in salita per i fumatori, con rincari su sigari e sigarette dall'8 febbraio, a seguito delle leggi di bilancio 2023 e 2024.
Non solo i consumatori, ma anche la filiera produttiva rischia di subire un impatto significativo. Secondo Euractive, meno del 4% del raccolto mondiale di tabacco avviene nell'UE, con circa 14.500-15.000 coltivatori nel 2024 (in calo dai 60.000 del 2010).
Sebbene i maggiori coltivatori siano in Bulgaria, Grecia e Polonia, l'Italia negli ultimi anni ha visto un importante sviluppo delle filiere produttive legate ai prodotti del tabacco, con un ruolo essenziale sotto il profilo occupazionale ed economico.
Vi sono inoltre seri rischi per l'export italiano. Il nostro Paese, infatti, esporta prodotti del tabacco riscaldato "made in Italy" per un valore complessivo di quasi due miliardi di euro all’anno. Questo segmento, particolarmente fiorente, rischia di essere pesantemente compromesso dall'impennata della tassazione non solo in Italia, ma anche nei Paesi di destinazione
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