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2 Luglio 2025

Caffè sì, ma rigorosamente nero: così si riduce il rischio di morte prematura fino al 17%

Un recente studio internazionale ha evidenziato come due-tre tazze di caffè al giorno, se consumate senza latte, panna, sciroppi o quantità eccessive di zucchero, siano associate a una riduzione del rischio di morte prematura fino al 17%

Il caffè continua a essere uno degli alleati più interessanti per la salute, ma a condizione che venga consumato nella sua forma più essenziale: nero, senza zucchero né grassi aggiunti. È questa la conclusione di un recente studio internazionale che ha evidenziato come due-tre tazze di caffè al giorno, se consumate senza latte, panna, sciroppi o quantità eccessive di zucchero, siano associate a una riduzione del rischio di morte prematura fino al 17%.

I benefici scompaiono se il caffè viene arricchito con dolcificanti o ingredienti ad alto contenuto di grassi, annullando di fatto l’effetto protettivo della caffeina e degli altri composti bioattivi presenti nella bevanda.

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A guidare la ricerca è stato il professor Fang Fang Zhang della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston, in collaborazione con il Brigham and Women's Hospital. Lo studio ha coinvolto oltre 46.000 adulti americani monitorati per un periodo compreso tra i 9 e gli 11 anni, con dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey tra il 1999 e il 2018.

Durante l’osservazione sono stati registrati circa 7.000 decessi. I ricercatori hanno incrociato le abitudini di consumo del caffè con fattori di rischio come sedentarietà, abitudini alimentari, indice di massa corporea e presenza di patologie pregresse. Il risultato? Il massimo beneficio sulla riduzione della mortalità è stato riscontrato nei soggetti che bevevano due o tre tazze al giorno di caffè nero o con bassissime quantità di zuccheri e grassi aggiunti.

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In particolare, lo studio ha stabilito come “contenuto basso” meno di 2,5 grammi di zucchero (mezzo cucchiaino) o 1 grammo di grassi saturi per tazza, pari a circa 5 cucchiai di latte parzialmente scremato. Superare queste quantità ha dimostrato di annullare i benefici osservati.

Questa nuova ricerca si aggiunge a una lunga serie di studi che, negli ultimi anni, hanno dimostrato gli effetti protettivi del caffè. Secondo un’analisi della Soochow University in Cina, bere due o tre tazze al giorno può ridurre fino al 40% il rischio di malattie cardiovascolari. Un’altra indagine della Tulane University di New Orleans ha evidenziato che il consumo mattutino di caffè riduce il rischio di morte fino al 31%.

Secondo una ricerca dell’Università di Coimbra in Portogallo, il caffè potrebbe addirittura prolungare l’aspettativa di vita di circa due anni. Mentre uno studio italiano condotto dall’Università di Trento ha scoperto che i bevitori di caffè hanno un microbiota intestinale particolarmente diversificato, con possibili implicazioni positive sulla salute generale.

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Un dato interessante emerso dalla ricerca della Tufts University è che il caffè decaffeinato non ha mostrato gli stessi benefici. Questo rafforza l’ipotesi che sia proprio la caffeina, insieme ai polifenoli e ad altri composti bioattivi, a esercitare un effetto protettivo sull’organismo.

I ricercatori sottolineano che si tratta comunque di uno studio di associazione e che non può stabilire un rapporto di causa-effetto. Tuttavia, i dati confermano quanto già emerso in letteratura: il caffè, se consumato correttamente, può essere parte integrante di uno stile di vita sano.

I benefici del caffè per la salute potrebbero essere attribuibili ai suoi composti bioattivi, ma l’aggiunta di zuccheri e grassi saturi ne riduce l’efficacia,” ha spiegato il professor Zhang. Gli ha fatto eco Bingjie Zhou, coautore dello studio, ricordando che “questi risultati sono perfettamente in linea con le raccomandazioni dietetiche per limitare zuccheri e grassi aggiunti".

 

 

@Redazione Sintony News