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18 Luglio 2025

Sigarette, è ufficiale: l'Ue propone l'aumento delle tasse, dal 2028 rincari fino a 1 euro

Nel mirino anche e-cig, tabacco riscaldato e pouches. Obiettivo: più salute, più entrate. Ma la battaglia politica è appena cominciata

Le proposte della Commissione europea per aumentare le accise sulle sigarette e su tutti i prodotti a base di tabacco sono diventate ufficiali. Annunciate insieme al piano per il nuovo bilancio comunitario, le misure puntano a ridurre il fumo e a incrementare le entrate fiscali dell’Unione, ma l’iter per l’approvazione sarà lungo e tutt’altro che semplice: le nuove norme non entreranno in vigore prima del 2028 e dovranno ricevere il via libera unanime dei 27 Stati membri.

Le proposte sono due, distinte ma collegate. La prima è una riforma della direttiva sulle accise sul tabacco, in vigore dal 2010. La Commissione vuole aggiornare i minimi fiscali e estendere l’obbligo di tassazione a nuovi prodotti come le sigarette elettroniche, i liquidi da svapo, le sigarette a tabacco riscaldato e le “nicotine pouches” (le bustine di nicotina da tenere sotto la lingua).

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Ecco alcune delle cifre chiave previste: 215 euro ogni mille sigarette (oggi il minimo è 64 euro), 143 euro ogni mille sigari o sigarilli (oggi 12 euro), 215 euro per ogni chilo di tabacco trinciato (oggi 40 euro), 108 euro ogni mille sigarette a tabacco riscaldato (oggi non esiste un minimo), 12 centesimi/ml per i liquidi delle e-cig con nicotina ≤15mg/ml e 36 centesimi/ml per i liquidi con maggiore concentrazione.

Secondo le stime del settore, queste modifiche potrebbero far aumentare il prezzo di un pacchetto di sigarette di oltre un euro. Un impatto che varierà da Paese a Paese, in base al livello di accisa già applicato e alle scelte delle aziende produttrici.

La seconda proposta prevede che gli Stati membri versino il 15% delle entrate generate dalle accise minime all’Unione europea, come nuova “risorsa propria” denominata Tedor (Tobacco Excise Duty Own Resource).

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Il meccanismo è semplice: se uno Stato incassa un miliardo di euro dalle accise minime, dovrà versare 150 milioni all’Ue. Se incassa di più (perché applica tasse superiori al minimo), la quota da versare resta comunque calcolata sul livello minimo, incentivando indirettamente l’innalzamento delle accise nazionali.

La Commissione prevede che questa misura porti circa 11,2 miliardi di euro annui alle casse europee.

Secondo Bruxelles, le nuove tasse servono a disincentivare il consumo di tabacco, soprattutto tra i più giovani, e a ridurre i costi sanitari legati al fumo. Gli esperti della Commissione stimano che l’adeguamento delle accise, oggi obsolete, possa generare fino a 15 miliardi di euro in più l’anno in tutta Europa.

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Tuttavia, la strada è in salita. Italia, Grecia e Romania si sono già espresse in modo critico verso l’iniziativa, temendo ripercussioni sull’industria nazionale del tabacco e sull’occupazione. Senza contare la forte lobby del settore, che negli ultimi anni ha ostacolato vari tentativi di riforma simile rimasti in stallo.

Le due proposte sono solo l’inizio. I negoziati tra Commissione, Stati membri e Parlamento europeo dureranno almeno due anni. Servirà l’unanimità dei 27 governi per approvare le modifiche: un’impresa complicata che potrebbe portare a compromessi, ritocchi o, come già accaduto in passato, a un nulla di fatto.

In sintesi quindi dal 2028 potrebbero aumentare le accise su sigarette, sigari, tabacco sfuso, e-cig e altri prodotti, il prezzo dei pacchetti potrebbe salire di oltre 1 euro, gli Stati verserebbero all’Ue il 15% delle entrate minime derivanti dalle accise e gli obiettivi sono salute pubblica e maggiori risorse per il bilancio europeo. Ma l’iter sarà complesso: servirà l’unanimità dei 27 Paesi membri.

 

 

@Redazione Sintony News