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17 Settembre 2025

Eurovision 2026 a rischio, anche la Spagna minaccia il boicottaggio se partecipa Israele

Rtve si unisce a Irlanda, Islanda, Paesi Bassi e Slovenia: "Nessuna presenza israeliana finché continua il conflitto a Gaza". Madrid alza la pressione sull'UER prima della decisione di dicembre

Si allunga l’ombra del boicottaggio sull’edizione 2026 dell’Eurovision Song Contest, prevista a Vienna, dopo che il Consiglio di amministrazione di Rtve, la radiotelevisione pubblica spagnola, ha votato a favore del ritiro dalla competizione nel caso in cui Israele venga ammesso alla gara. La decisione, presa con 10 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto, segna una svolta significativa, dal momento che la Spagna è uno dei “Big Five” — i cinque Paesi che garantiscono i maggiori contributi finanziari all’evento (insieme a Italia, Francia, Germania e Regno Unito).

Con questa mossa, Madrid si unisce a Irlanda, Islanda, Paesi Bassi e Slovenia, che hanno già annunciato l’intenzione di non partecipare all’Eurovision 2026 se la tv pubblica israeliana Kan sarà in gara.

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Una presa di posizione che punta a fare pressione sull’Unione Europea di Radiodiffusione (UER), che dovrà decidere a dicembre se mantenere o meno Israele tra i partecipanti ufficiali. "Fino a che non avrà fine la barbarie, né Russia né Israele devono essere presenti a nessuna competizione internazionale", ha dichiarato lunedì il premier spagnolo Pedro Sánchez, riferendosi tanto alla guerra in Ucraina quanto al conflitto in corso a Gaza.

La posizione di Rtve non arriva all’improvviso: già durante l’edizione 2025 dell’Eurovision, i commentatori ufficiali Tony Aguilar e Julia Valera avevano espresso critiche in diretta sulla situazione umanitaria a Gaza, menzionando le vittime palestinesi. L'intervento aveva provocato la reazione dell'UER, che aveva chiesto una maggiore neutralità, ma la televisione pubblica spagnola aveva risposto trasmettendo una grafica a favore dei diritti umani e del popolo palestinese prima della finale.

Rtve decide che la Spagna si ritirerà da Eurovision 2026 se Israele  partecipa | Euronews

Anche l'interruzione dell’ultima tappa della Vuelta di Spagna, avvenuta domenica a causa di manifestazioni pro-Palestina, ha alimentato un acceso dibattito politico e mediatico sul tema della partecipazione israeliana a eventi sportivi e culturali.

Il ministro della Cultura, Ernest Urtasun, ha rincarato la dose: “Come hanno già fatto Irlanda, Slovenia, Islanda e anche i Paesi Bassi, se non riusciamo a espellere Israele, la Spagna non deve partecipare".

La mossa della Spagna alza ulteriormente la pressione sull’UER, che si riunirà a dicembre in assemblea generale per decidere se escludere o meno Israele dalla competizione musicale più seguita d’Europa. Il precedente della Russia, esclusa nel 2022 per l’invasione dell’Ucraina, è stato citato più volte come riferimento per una decisione analoga.

Va ricordato che Israele partecipa all’Eurovision in quanto membro dell’UER, nonostante non faccia parte dell’Europa geografica, e negli anni ha ottenuto diversi successi, tra cui la vittoria nel 2018 con Netta Barzilai.

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Rtve ha voluto chiarire che, indipendentemente dalla partecipazione all’Eurovision, continuerà a organizzare il Benidorm Fest, il festival nazionale da cui viene selezionato ogni anno il rappresentante spagnolo alla kermesse europea. L’edizione 2026 sarà la quinta, e viene definita nel comunicato ufficiale come un evento “con propria identità, totalmente consolidato”.

Con cinque Paesi pronti al boicottaggio e uno di essi — la Spagna — tra i principali finanziatori dell’evento, Eurovision 2026 rischia di trasformarsi in un caso diplomatico e culturale di portata senza precedenti. L’UER sarà chiamata a prendere una posizione che non sarà solo musicale, ma profondamente politica, mentre cresce l’appello a un maggiore equilibrio tra libertà artistica e responsabilità etica.

Intanto, il mondo della musica e dello spettacolo attende la decisione finale con crescente tensione. La prossima assemblea dell’UER sarà probabilmente una delle più delicate della sua storia.

 

@Redazione Sintony News