
Mentre l'Europa discute di una possibile assenza di alcuni Paesi all'Eurovision Song Contest a Vienna, il dibattito arriva anche ai piani alti della Rai. Tre consiglieri d'amministrazione hanno lanciato una nota pubblica, chiedendo che l'Italia valuti il ritiro dalla manifestazione in segno di protesta per la partecipazione di Israele. La proposta, tuttavia, si scontra con la posizione di minoranza dei consiglieri stessi e con il parere contrario di San Marino TV, emittente di cui la Rai detiene una parte.
I consiglieri Roberto Natale (quota AVS), Alessandro Di Majo (quota M5S) e Davide Di Pietro (in rappresentanza dei dipendenti) hanno espresso una posizione chiara, sostenendo che la Rai non può rimanere indifferente.

Nella loro nota si legge: "Deve interrogare anche la Rai l'ondata di solidarietà per la Palestina che ieri ha attraversato l'Italia, portando in piazza centinaia di migliaia di persone e trovando il sostegno anche di molti dipendenti del servizio pubblico".
I tre consiglieri ricordano che l'Eurovision è un evento "fondato su valori di pace, inclusione, rispetto e fratellanza", ma che "la partecipazione di Paesi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani rischia di comprometterne profondamente il senso".
A supporto della loro tesi, citano le recenti esclusioni di Bielorussia e Russia da parte dell'EBU (European Broadcasting Union), l'organizzazione che gestisce l'evento. Chiedono, quindi, all'Italia "un segno concreto di vicinanza ad un popolo sottoposto a sterminio", sostenendo che una partecipazione senza una "forma di dissenso o segnale simbolico" potrebbe essere vista come una "legittimazione silenziosa".

L'obiettivo, secondo la nota, sarebbe fare pressione su Israele per "far percepire l'isolamento internazionale e indurlo a fermare il massacro".
La proposta dei tre consiglieri Rai, seppur significativa, appare destinata a rimanere una voce isolata. Il consiglio d'amministrazione dell'azienda è composto da sette membri, e Natale, Di Majo e Di Pietro si trovano in una evidente posizione di minoranza. Le possibilità che la Rai decida di accogliere la loro richiesta sono, al momento, molto basse.
A rafforzare questa tesi contribuisce anche la posizione di San Marino TV, l'emittente del piccolo Stato, di cui la Rai è proprietaria al 50%. San Marino ha già chiarito che non prenderà in considerazione alcun boicottaggio e che parteciperà regolarmente alla competizione, indipendentemente dalla presenza di Israele.
Il dibattito in Rai si inserisce in un contesto europeo già molto acceso. Paesi come Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia, Islanda e Spagna hanno già minacciato di ritirarsi dall'evento in caso di partecipazione di Israele. La questione, dunque, è tutt'altro che chiusa e continua a tenere banco nelle discussioni dei Paesi membri dell'EBU in vista della prossima edizione, prevista per il maggio 2026. La posizione italiana, tuttavia, sembra per ora rimanere invariata, nonostante la spinta dei tre consiglieri in disaccordo.
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