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26 Settembre 2025

Omicidio di Cinzia Pinna, la versione di Ragnedda: «Ho sparato per difendermi»

Secondo quanto emerso durante l’interrogatorio in caserma, l’uomo avrebbe dichiarato di aver agito per legittima difesa: al culmine di un violento litigio, la giovane si sarebbe avvicinata a lui con un oggetto in mano

Una lite degenerata in tragedia. È questa la versione fornita da Emanuele Ragnedda, l’imprenditore del vino che ha confessato l’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo scomparsa lo scorso 11 settembre e ritrovata senza vita nella tenuta dell’azienda di Ragnedda.

Secondo quanto emerso durante l’interrogatorio in caserma, l’uomo avrebbe dichiarato di aver agito per legittima difesa: al culmine di un violento litigio, la giovane si sarebbe avvicinata a lui con un oggetto in mano. A quel punto, spaventato, avrebbe estratto la pistola e premuto il grilletto, esplodendo uno o più colpi mortali.

Intanto i carabinieri del Ris proseguono gli accertamenti nel casolare dell’imprenditore, alla ricerca di elementi utili a ricostruire con precisione la dinamica dei fatti. Resta ancora da stabilire la data dell’udienza per la convalida del fermo di Ragnedda, accusato di omicidio volontario, omicidio aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento di cadavere.

Un dettaglio che aggiunge ulteriore dolore alla vicenda è che non è ancora avvenuto il riconoscimento ufficiale della salma da parte dei familiari di Cinzia Pinna.

La comunità di Castelsardo e dell’intera Gallura resta sconvolta di fronte a un delitto che, al di là delle parole dell’imprenditore, continua a lasciare aperti interrogativi sulla reale dinamica e sul rapporto tra i due.

 

 

 

@Redazione Sintony News