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29 Settembre 2025

Caso Poggi, bufera giudiziaria: i Sempio fanno quadrato dopo le accuse a Venditti

Nel fascicolo della Procura bresciana figurano infatti intercettazioni e movimentazioni bancarie sospette: assegni per 43mila euro fatti girare tra parenti, poi prelevati in contanti

La famiglia Sempio si è stretta attorno ad Andrea e Giuseppe, riunendosi nella casa delle zie, dopo il terremoto giudiziario che ha travolto l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti. Il magistrato è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia con l’accusa di aver ricevuto denaro per favorire Andrea Sempio nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi.

Le indagini condotte da Venditti nel 2017 avevano portato all’archiviazione della posizione di Sempio, amico del fratello della vittima, per «completa assenza di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie». Oggi però quelle stesse indagini sono sotto esame. Nel fascicolo della Procura bresciana figurano infatti intercettazioni e movimentazioni bancarie sospette: assegni per 43mila euro fatti girare tra parenti, poi prelevati in contanti e, secondo una conversazione registrata, consegnati «a quei signori lì».

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Un bigliettino scritto dal padre, Giuseppe Sempio, rafforza i sospetti: «Venditti Gip Archivia per 20/30 euro», un appunto che per gli inquirenti potrebbe indicare un pagamento in cambio di una decisione favorevole. La Guardia di Finanza è al lavoro per verificare ogni passaggio di denaro, mentre la Procura ha deciso di ascoltare come persone informate sui fatti – e non come indagati – i due carabinieri che nel 2017 interrogarono Andrea Sempio. Venditti, invece, deve ancora essere sentito dai magistrati bresciani.

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La vicenda non si limita però all’ombra della presunta corruzione. La famiglia Sempio deve fare i conti anche con il profilo genetico di Andrea, che sarà comparato con il Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Un campione che in passato era stato giudicato non attendibile, ma che ha rappresentato la base per la riapertura del caso. L’unica certezza, per ora, è che quel Dna non appartiene ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara già assolto in via definitiva.

 

 

 

@Redazione Sintony News