
Un documento datato 1998 e finora sconosciuto è stato depositato lunedì 29 settembre in tribunale dai legali di Margherita Agnelli. Se confermato, il presunto testamento cambierebbe l'assetto della 'cassaforte' Dicembre, destinando la quota di Gianni Agnelli al figlio Edoardo, anziché a John Elkann. La difesa Elkann minimizza: "Non incide sulla successione".
La causa civile che vede contrapposte Margherita Agnelli, figlia dell'Avvocato, e i suoi figli John, Lapo e Ginevra Elkann. I legali di Margherita hanno depositato in tribunale un documento che sarebbe un nuovo testamento di Gianni Agnelli, datato 20 gennaio 1998 e finora apparentemente inedito.

Il contenuto del presunto testamento è destinato a infiammare ulteriormente la battaglia legale per l'eredità. Nel documento attribuito a Gianni Agnelli si legge:
"A modifica di altre disposizioni precedenti lascio a mio figlio Edoardo la mia partecipazione nella società semplice 'Dicembre' pari all'incirca al 25%."
La società semplice "Dicembre" è la cruciale 'cassaforte' di famiglia che controlla a cascata la holding Exor. Questa disposizione, se autentica e valida, modificherebbe significativamente la percezione delle ultime volontà dell'Avvocato.

Gli avvocati di Margherita Agnelli, Dario Trevisan e Valeria Proli, hanno subito rilasciato una dichiarazione, sostenendo che il documento dimostrerebbe come la precedente volontà di destinare la quota del 25% della Dicembre al nipote John Elkann "non rappresentasse la sua ultima e definitiva volontà".
Secondo i legali, al nipote sarebbe dovuta spettare soltanto una partecipazione minoritaria. La quota maggiore sarebbe stata destinata a Edoardo, tragicamente scomparso nel 2000, e "in mancanza, ai suoi eredi legittimi, ossia Margherita Agnelli e Marella Caracciolo".
Immediata la replica della difesa dei fratelli Elkann, che ha tentato di minimizzare l'impatto del documento, presentato in "copia fotostatica".
In una nota, i legali della difesa hanno precisato che il "presunto testamento... non incide in alcun modo né sulla successione Agnelli né sulla successione Caracciolo e quindi sull’assetto proprietario della società Dicembre".
La motivazione è di natura temporale: al momento della morte dell’Avvocato (2003), il figlio Edoardo era già scomparso (2000). Di conseguenza, le partecipazioni di Gianni Agnelli nella Dicembre furono trasmesse a Marella e Margherita.
Inoltre, la difesa ricorda come la gestione della successione Agnelli sia stata definita con l'accordo transattivo del febbraio 2004, a seguito del quale Margherita "è definitivamente uscita dal capitale della Dicembre". In quel momento, secondo i legali, Margherita avrebbe ritenuto la Fiat "un’azienda destinata al fallimento".
I legali dei fratelli Elkann concludono con un affondo: "Trascorsi oltre 20 anni dalla morte di Gianni Agnelli, qualsiasi pretesa di terzi sul di lui patrimonio sarebbe in ogni caso estinta" e l'iniziativa di Margherita "appare dunque più rivolta a generare confusione mediatica che a un rigoroso approfondimento giuridico delle norme applicabili".
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