
La Chiesa d’Inghilterra scrive una pagina senza precedenti della sua storia. Per la prima volta, alla guida spirituale e religiosa della Comunione anglicana sale una donna: Sarah Mullally, già vescovo di Londra, è stata nominata oggi arcivescova di Canterbury. L’annuncio è arrivato dal governo britannico, con l’approvazione finale del sovrano Carlo III, governatore supremo della Chiesa.
La nomina arriva in un momento delicato per l’istituzione religiosa, scossa da scandali legati ad abusi sessuali, pedofilia e accuse di insabbiamento che hanno coinvolto alti prelati maschi, compreso l’ex arcivescovo Justin Welby, costretto alle dimissioni lo scorso anno.

Mullally, 63 anni, è stata la prima donna a guidare la diocesi di Londra, seconda per importanza solo a Canterbury. Ex infermiera e madre di due figli, è stata insignita del titolo di Dame – l’equivalente femminile di “Sir” – dalla monarchia britannica per il suo servizio alla comunità. Nel 2014 aveva accolto il via libera storico alle donne vescovo, entrando in una delle posizioni più elevate mai raggiunte da una donna nella Chiesa anglicana.
La sua elezione a Canterbury è stata formalizzata dall’assemblea sinodale, sotto la supervisione della Crown Nominations Commission for Canterbury, guidata in questa occasione da lord Jonathan Evans, ex direttore dell’MI5. Per la prima volta nel processo di scelta, le donne potevano essere ufficialmente indicate tra i candidati.

Mullally non ha mai nascosto la sua idea di Chiesa come forza di rinnovamento. Nel 2018, al suo insediamento come vescovo di Londra, ricordò che la cattedrale di St. Paul era stata oggetto, un secolo prima, di un attentato dinamitardo da parte delle suffragette. “Non ho bombe con me – disse sorridendo – almeno non in senso letterale. Ma so che, come prima donna in questo ruolo, sarò inevitabilmente una sovversiva”.
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