L’autunno porta con sé, come da tradizione, il cambio dell'ora. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, alle 3 del mattino, le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro di un'ora, segnando ufficialmente il ritorno all'ora solare e la fine dell'ora legale. Per molti un gesto quasi automatico, ormai spesso gestito da smartphone e dispositivi digitali, ma che offre un'ora di sonno in più e, soprattutto, riaccende il dibattito sulla reale necessità di mantenere questo meccanismo.
L'ora legale fu introdotta per sfruttare al meglio la luce solare nei mesi estivi, guadagnando un'ora di luce nel tardo pomeriggio e riducendo così il consumo di energia elettrica. Ma in un mondo in cui l'efficienza energetica e le abitudini quotidiane sono mutate radicalmente, l'utilità non è più scontata.
I dati forniti da Terna, il gestore della rete elettrica italiana, mostrano che nel 2023 l'ora legale ha portato a un risparmio stimato di circa 370 milioni di kilowattora, equivalenti al consumo annuo medio di oltre 140mila famiglie. In termini economici, si parla di circa 90 milioni di euro risparmiati e di una riduzione di 180.000 tonnellate di emissioni di CO₂. Numeri significativi, seppur in calo rispetto al passato a causa della crescente efficienza energetica e di stili di vita meno vincolati all'alternanza giorno-notte.
Tuttavia, il dibattito non si ferma all'aspetto economico. Il cambio dell'ora ha anche ripercussioni sulla salute. Diversi studi internazionali hanno evidenziato un impatto sui ritmi circadiani, segnalando un lieve aumento di incidenti stradali e infortuni sul lavoro nei giorni successivi al passaggio all'ora legale (quello primaverile). Bambini, anziani e persone con disturbi del sonno sono tra i soggetti che più lamentano stanchezza, insonnia, irritabilità e calo dell’attenzione.
Il tentativo di superare il cambio stagionale è arrivato fino ai vertici politici. Nel 2018, la Commissione Europea propose l'abolizione del meccanismo, lasciando ai singoli Stati la libertà di scegliere se mantenere l'ora solare o l'ora legale permanente. L'iniziativa fu supportata da una consultazione popolare con oltre 4 milioni di partecipanti, in larghissima parte favorevoli all'abolizione.
Nonostante il forte sostegno, il processo si è arenato: l’assenza di un accordo comune tra gli Stati membri e l'arrivo della pandemia di Covid-19 hanno lasciato la situazione in stallo.
Mentre l'Italia ha scelto di mantenere il sistema attuale, altri Paesi hanno preso decisioni differenti. La Turchia, ad esempio, ha optato nel 2016 per l'ora legale permanente, mentre Russia, Brasile e Argentina hanno abolito il cambio dell'ora. Anche negli Stati Uniti, dove Stati come Arizona e Hawaii non la adottano, il dibattito è in corso.
@Redazione Sintony News