Dopo il clamoroso furto di gioielli della Corona al Louvre – il cui bottino è stato rivalutato a un immenso valore di 88 milioni di euro – il patrimonio artistico e scientifico francese non trova pace. È trapelata la notizia, annunciata dalla procuratrice Laure Beccuau, di un arresto nell'ambito delle indagini per un altro grave colpo avvenuto a settembre al Museo nazionale di Storia naturale di Parigi.
Una donna di nazionalità cinese è stata arrestata a Barcellona e consegnata alle autorità francesi in esecuzione di un mandato di arresto europeo. La donna, che aveva lasciato la Francia il 16 settembre, era in procinto di rientrare in Cina.
Il furto, avvenuto lo scorso 16 settembre, aveva colpito la sezione di Geologia e Mineralogia del Museo. I ladri avevano sottratto pepite e altri oggetti in oro, il cui valore iniziale era stato stimato a 600.000 euro, poi rivalutato a un milione, fino alla cifra finale di 1,5 milioni di euro.
Il bottino consisteva in campioni grezzi di oro nativo (una lega di oro e argento) che, secondo gli esperti, possiedono un valore inestimabile al di là della semplice quotazione dei metalli. Una fonte del museo ha infatti affermato: "Al di là del valore secondo il prezzo dell'oro, il danno patrimoniale per il valore storico degli oggetti è comunque inestimabile".
Il furto era stato scoperto da un'addetta delle pulizie che aveva trovato la galleria mineralogica a soqquadro.
Ciò che ha facilitato l'azione dei malviventi è un dettaglio inquietante: i ladri sono riusciti a entrare approfittando del fatto che l'impianto d'allarme era disattivato da alcune settimane a causa di un attacco informatico. La Galleria di Storia Naturale e Mineralogia era rimasta chiusa per diversi giorni a seguito del furto, ora collegato all'arresto della cittadina cinese.
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